martedì 19 giugno 2007

Impara a dire di no

Ogni web agency che si rispetti, affida i propri clienti ad un project manager.
Ogni contratto passa, in qualche maniera, tra le mani di qualcuno che, almeno sulla carta, ha la responsabilità di far giungere a buon fine il processo produttivo. Sia che si tratti di un cliente esterno che di un cliente interno [nel caso, ad esempio che si stia sviluppando un'applicazione ad uso interno, o il sito istituzionale] esiste, alla fine, un 'beneficiario' [stakeholder, nei testi sacri della materia] che giudicherà il risultato con conseguenze dirette sul project manager sia in caso di successo che, soprattutto, di insuccesso.

Potremmo, volendo, distinguere i PM in due categorie differenti:
1) quelli che PM lo sono davvero, ai quali è stato affidato un compito di responsabilità con la certezza che siano in grado di portarli a buon fine
2) quelli che PM lo sono a tempo perso, in una posizione di facciata, utili a fare da capri espiatori in caso di insuccesso: ce n'è almeno uno in ogni ambiente di lavoro, a dire il vero, sembra che lo raccomandino in camera di commercio quando si fa richiesta..
'che ce l'avete il capro espiatorio nel caso qualcosa vada storto???'

ora, ognuno guardi in casa sua, e capisca qual'è la sua posizione... in ogni caso, quale che sia il background e la storia che vi hanno portato in questa scomodissima posizione dovrete imparare, se ancora non siete capaci di farlo ,a dire di no.

Sembra scontato, ma chiunque abbia un giorno di esperienza in più di voi vi dirà che è tanto necessario quanto difficile farlo. Fare gli 'yes-man' della situazione renderà la vostra vita molto complicata e soprattutto potrebbe ottenervi lo sciagurato ruolo di quello che, ad un certo punto, dovrà cercare di salvare il progetto/contratto/posto-di-lavoro] dal naufragio.
Se le deadline che vi vengono prospettate non sono ragionevoli, dite NO
Se le risorse a disposizione non sono sufficienti per fare tutto, dite NO
Se le richieste non possono essere soddisfatte per qualsivoglia motivo, dite NO

questa è la prima responsabilità; sapere dare una misura agli obiettivi, alle possibilità e alle opportunità che vi vengono offerte. Cercare di sviluppare un'applicazione in un mese quando chiunque altro ne impiegherebbe tre, vuol dire che al 95% andrete incontro ad un fallimento; a meno che non siate nel 5% dei fortunatissimi manager che ha a disposizione risorse al di fuori dell'ordinario. Cercate piuttosto, con la forza dei numeri e della vostra posizione di responsabilità, di accomodare le tempistiche, magari proponendo una realizzazione su diverse tappe, oppure chiedete un aumento delle risorse disponibile; insomma fate in modo di mettere di fronte il committente che le richieste non sono ragionevoli e che la coperta è troppo corta per coprire testa e piedi.

A questo punto potrebbero succedere due cose.
1] il cliente è ragionevole, e si trova la quadratura del cerchio [come dicevamo: più release, meno richieste, maggiori risorse]
2] il cliente non è ragionevole, e il management della vostra azienda lo è meno, forzandovi la mano nel firmare progetti che, sapete già, sono destinati a non vedere la luce nei tempi richiesti: in questo caso l'atmosfera si farà ben presto rovente, il suggerimento è che richiediate che qualcuno [non voi, che siete contrari] si assuma la responsabilità di una scelta che voi non condividete; a meno che non si tratti del 'megadirettore siderale' [cit.] arriverà un certo momento in cui quel qualcuno dovrà giustificare le mancate consegne e a quel punto non potrà tirarsi indietro scaricando il barile sulla vostra schiena poichè le firme sui documenti sono le sue.
Beninteso: in ogni caso voi dovrete _comunque_ fare in modo che le richieste vengano soddisfatte: non sia mai che veniate pure accusati di remare contro!!!

1 commento: